Telethon
Chi non conosce Telethon, noto
anche per essere la prima maratona di solidarietà della
televisione italiana? Beppe Severgini, scrive: “Gli
Italiani sono generosi, ma temono di venir gabbati. Con Telethon
questo rischio non esiste, e la gente l’ha capito.”
Ma ne siamo davvero sicuri? Anche se tutti i fondi raccolti vanno
veramente a finanziare i progetti di ricerca selezionati, siamo
certi che si sappia che buona parte di tali progetti vertono sulla
sperimentazione animale? Quanti Italiani sono a conoscenza che
parte dei loro soldi, così generosamente devoluti in
beneficenza, vanno a finanziare la vivisezione ed a contribuire
quindi all’inutile e spietato massacro di centinaia di esseri
viventi?
Telethon: la missione
La missione
ufficiale di Telethon si articola in cinque punti fondamentali.
Leggiamone tre con occhio critico:
-
"Vogliamo
far avanzare la ricerca scientifica verso la cura della distrofia
muscolare e delle altre malattie genetiche". Le
intenzioni, così come vengono espresse, sono certo delle
migliori ma purtroppo buona parte dei protocolli di ricerca
finanziati da Telethon si basa esclusivamente sulla sperimentazione
animale. Tante belle parole quindi, ma purtroppo i fatti sono ben
diversi. Per rendersi conto di quanta parte abbia la
sperimentazione animale in merito a questo anelito al progresso
scientifico, è sufficiente ricercare tra i progetti in corso
utilizzando “sperimentazione animale” come parole
chiave. Il risultato è a dir poco sconvolgente: decine e
decine di progetti! Se si tiene in considerazione il fatto che tra
questi non compaiono i progetti già conclusi risulta con
evidente immediatezza che tanti, troppi soldi, sono andati a finire
nei laboratori dei vivisettori.
-
"Vogliamo
dare fondi ad eccellenti progetti di ricerca ed ai migliori
ricercatori in Italia". Visto che si è appurato
che buona parte dei fondi vanno a finanziare la sperimentazione
animale, se ne deduce che questa viene considerata cosa buona e
giusta e che tra i migliori ricercatori italiani vi sono numerosi
vivisettori. Di male in peggio, quindi…
-
"Vogliamo
far sapere sempre a chi ci aiuta come vengono spesi i soldi che
raccogliamo". È vero se pensiamo che questo voglia
dire che i soldi sono stati distribuiti tra un Istituto e
l’altro, tra Tizio e Caio, ma perché nessuno dice mai
apertamente che i fondi raccolti vanno a finanziare la vivisezione?
Forse perché a quel punto la maggioranza della popolazione,
istintivamente inorridita dalla vivisezione in quanto tale, non
scucirebbe più il becco di un quattrino?
Chi lo dice?
Ma chi lo dice che
il legame tra modello animale e modello umano non sia poi
così immediato? Loro stessi, gli amici di Telethon:
Dal Comunicato
Stampa del 19 novembre 2003 – “Curate in modelli
animali altre due forme di distrofia”:
“L’efficacia nell’uomo rimane da
dimostrare”.
Dal Comunicato
Stampa del 1 ottobre 2003 – “Nuovo studio sulla
distrofia di Duchenne”: “Per ora siamo alla fase
cosiddetta preclinica, dove si studia l’effetto di un farmaco
sul modello animale. Il passo successivo, dai tempi imprevedibili
ma sicuramente ancora lunghi, sarà quello di passare
all’uomo e ai pazienti affetti da DMD”.
I tempi sono
lunghi, lunghissimi… perché non dire infiniti?
È facile prevedere quindi che con i fondi raccolti morte e
dolore verranno finanziati anche negli anni a venire, nella
speranza, purtroppo sicuramente vana, che vi sia poi una correlazione
tra modello animale e modello umano.
E a dircelo sono sempre loro: parlando della
sperimentazione clinica, cioè effettuata direttamente sugli
esseri umani, ammettono che “gli studi clinici sono
l’unico sistema con il quale si può valutare
l’efficacia di un nuovo trattamento”. È
quindi come ammettere che la sperimentazione animale non è
di alcuna utilità.
In
un’intervista a Giulio Cossu, scienziato di punta della
ricerca scientifica in Italia, in attività presso il
Laboratorio di Istologia Medica dell’Università La
sapienza di Roma, questi afferma che “la cura della
distrofia muscolare è ancora fantascienza. Nessuno
può azzardarsi a fare previsioni sulla pelle della
gente.”
Insomma, anni e
anni di sperimentazione animale per non approdare a nulla.
Criteri di valutazione
A sostegno della
fondazione, ci viene illustrato il criterio con il quale Telethon
decide di distribuire il ricavato dele donazioni. Esiste
cioè un metro di giudizio basato su un valore della ricerca
finanziata, il quale “è dimostrato dal numero e
dalla qualità delle pubblicazioni apparse su riviste
scientifiche internazionali. […] Il prodotto finale di un
lavoro scientifico è la pubblicazione dei risultati: il
numero e la qualità delle pubblicazioni sono quindi
l’indice della produttività del singolo
ricercatore.”
È notorio che la via
più agevole per avere al proprio attivo molte pubblicazioni
in poco tempo è quella della sperimentazione animale, mentre
la sperimentazione clinica, oltre ad essere ben più
complessa, richiede tempi molto più lunghi. Ecco quindi che
si entra in un circolo vizioso che permette ai vivisettori di
“primeggiare” e di fruire in continuo dei fondi a spese
di quei ricercatori che scelgono una strada più efficace ma,
ahimè, più impervia.
Come osservato da Ray e Jean Greek,
autori del libro "Sacred Cows and Golden Geese: The Human
Cost of Animal Experimentation": "Gli scienziati sono come tutti gli altri,
materialisti ed opportunisti. Anche loro lottano per sopravvivere e
primeggiare in un mondo altamente competitivo." Per ottenere
sovvenzioni per le loro ricerche, devono pubblicare articoli con la
massima regolarità, non importa se questi abbiano una
qualche utilità o meno. Ricordiamo che nel settore della
ricerca passa moltissimo tempo prima che si possa dare un giudizio
sui risultati di una pubblicazione quindi ciò che conta
è il loro numero, non la loro qualità.
Di fatto, la sperimentazione animale
rappresenta un'inesauribile fonte di pubblicazioni, anche se di
utilità nulla. Ripetendo lo stesso, inutile test su animali
diversi, e in condizioni leggermente diverse, si puo' pubblicare a
ritmo costante e regolare.
In pratica, la sperimentazione animale
è ritenuta dai maggiori scienziati e da numerosi premi
nobel, inutile e altamente pericolosa per gli esseri umani e viene
utilizzata solo per l'alto numero di pubblicazioni che permette di
produrre. E Telethon decide a chi donare il vostro denaro sulla
base del numero di pubblicazioni!
Animali geneticamente modificati
Se di primo acchito
può sembrare uno scherzo di cattivo gusto, è la pura
verità! Tra i servizi alla ricerca finanziati da Telethon si
trovano infatti proprio gli “animali geneticamente
modificati”, ed i relativi fondi vengono destinati
rispettivamente al Centro per la Mutagenesi Condizionale
dell’Istituto Scientifico San Raffaele di Milano ed al Centro
per la Produzione di Topi Transgenici del Centro di Ricerca
Sperimentale (CRS) – Istituto Regina Elena di Roma.
Cosa fare
Innanzitutto non
dobbiamo aderire alle raccolte fondi di Telethon (un discorso
analogo vale per tutte le fondazioni che destinano soldi alla
vivisezione), dobbiamo far sentire la nostra voce in occasione di
tali raccolte spiegando il perché della nostra scelta ed al
contempo dobbiamo impegnarci affinché il maggior numero
possibile di persone venga a conoscenza della verità.
Per ulteriori
informazioni al merito si rimanda al sito www.RicercaSenzaAnimali.org
Nota: tutti
i testi in corsivo non sono frutto di fantasia ma sono stati
raccolti dal sito ufficiale della manifestazione,
www.telethon.it
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