Chiunque si sia dedicato almeno una volta alla difesa degli animali si
sarà sentito rivolgere la fatidica domanda:
"perchè dovremmo preoccuparci per gli animali quando ci
sono tante persone al mondo che soffrono?".
Questa domanda nasce dall'errata
convinzione che l'uomo non sia un animale, e che aiutare gli animali e aiutare
gli uomini siano due cose distinte, se non addirittura contrapposte.
In realtà esistono decine di milioni di specie, e noi uomini
rappresentiamo
una sola di queste. Abbiamo formulato pensieri, religioni, sistemi legali che
conferiscono solo a noi il diritto alla vita, e usiamo questi sistemi creati da
noi stessi per giustificare le nostre azioni.
Un atteggiamento più rispettoso degli altri esseri viventi ci spinge a
non ragionare in termini di 'uomini' e 'animali' ma di singoli esseri viventi.
In quest'ottica aiutare gli animali non è un'alternativa ad aiutare gli
uomini; chi aiuta gli animali li aiuta tutti: cani, gatti, balene, uomini,
foche..
A noi non importa quale sia il colore della pelle di una persona, o la sua
religione, pensiamo che tutti abbiano diritto alla vita, e che si debbano
aiutare le persone che ne hanno più bisogno. Allo stesso modo non ci
interessa a quale specie appartenga un essere vivente: pensiamo che tutti
abbiano lo stesso diritto alla vita.
Ovviamente la domanda può essere riproposta: 'perchè preoccuparsi
degli animali in genere e non focalizzarsi sugli animali-umani visto che ne
facciamo parte?'
Le risposte sono molteplici: in primo luogo, solitamente ci si dedica ad
aiutare non chi è più simile a noi, ma chi ha più bisogno
di aiuto
(nessuno chiede 'perchè preoccuparsi delle persone che muoiono di fame
in Africa, quando ci sono tanti bambini Europei che hanno bisogno di
aiuto?')
ed è innegabile che gli animali non umani abbiano bisogno di molto
più aiuto rispetto a quelli umani. Sono molte le persone e associazioni
che aiutano gli esseri umani più sfortunati, ma poche quelle che
aiutano gli animali.
Inoltre aiutare gli animali non umani non significa certo non fare niente per
quelli umani. Al contrario, le persone che si dedicano alla salvaguardia degli
animali sono solitamente quelle più attente anche ai propri simili.
Infine, i destini degli animali umani e di quelli non umani sono strettamente
intrecciati: aiutando gli altri animali aiutiamo anche noi stessi. Ogni anno
oltre 170 miliardi di animali vengono massacrati per finire sulle nostre
tavole. L'adozione di una dieta vegetariana non salva solo innumerevoli vite
di mucche, oche, pesci, galline: il nostro pianeta vede la presenza di 1
miliardo di persone che soffre la fame, e gran parte di questi 170 miliardi di
animali viene nutrita con i prodotti delle loro terre. Pensiamo che in questo
istante 4 miliardi di mucce stanno aspettando di essere uccise, e intanto
sono nutrite con foraggio proveniente dai paesi più poveri.
M. E. Ensminger, il direttore del dipartimento di scienze animali
dell'Università di Washington dice: "Non può
esserci alcun dubbio sul fatto che molta della fame nel mondo
scomparirebbe eliminando completamente gli animali [dal processo
di produzione del cibo]. Infatti, una data quantità di grano
mangiata direttamente può nutrire un numero di persone 5 volte superiore
rispetto a quando viene usata per nutrire degli animali che poi vengono
mangiati."
Un altro argomento che tratteremo nel sito è quello della vivisezione:
questa
pratica, oltre a provocare la morte tra atroci sofferenze di innumerevoli
animali, è anche responsabile della
messa in commercio di sostanze altamente pericolose.
Herbert Gundersheimer ha osservato che "I risultati dai test
sugli animali non sono trasferibili tra specie diverse,
quindi non possono garantire la sicurezza dei prodotti per gli esseri umani..
In realtà questi test non proteggono i consumatori da prodotti
pericolosi, ma piuttosto sono usati per proteggere i produttori dalla
responsabilità legale."
E a costo di apparire scontati veniamo alla caccia:
oltre all'uccisione ingiustificata degli animali,
ogni anno si assiste alla morte di innocenti escursionisti in quelli
che vengono definiti 'incidenti di caccia' ma che sono semplicemente il
naturale risultato del permettere a delle persone armate di fucile di sparare a
tutto quello che si muove.
Tutte queste tematiche verranno trattate in dettaglio all'interno del sito. La
conclusione comunque è sempre la stessa: in un pianeta in cui decine di
milioni di specie dovrebbero coesistere, il dominio di una singola specie
sulle altre oltre a essere inaccettabile dal punto di vista etico, non
può che danneggiare anche noi.
Ogni anno 170 miliardi di nostri fratelli animali vengono uccisi per la nostra
alimentazione, moltissimi altri vengono uccisi per il nostro abbigliamento,
per inutili e dannosi esperimenti, o per il piacere che delle
persone malate provano nello sparargli in un bosco. E tutto questo viene
giustificato sulla base della nostra 'superiorità razziale
e intellettuale'.
Non è un caso se molti dei capostipiti del movimento per i diritti
animali
sono Ebrei che hanno vissuto simili situazioni durante l'Olocausto e che hanno
paragonato il trattamento che riserviamo agli animali e le nostre pallide
giustificazioni a quello che è stato fatto al loro popolo durante il
Nazismo. Helmut Kaplan afferma: "I nostri nipoti un giorno ci
chiederanno: <<Dov'eravate voi durante l'olocausto
degli animali? Cose avete fatto contro questi terribili crimini?>> Non
saremo in grado di offire la stessa scusa per la seconda volta, che non
sapevamo."
E voi cosa rispondereta ai vostri nipoti? Che non sapevate che il cibo che
è nel vostro piatto una volta camminava, correva, nuotava, o volava?
Che non sapevate che la pelle della vostra cintura una volta era un essere
vivente come voi?
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